mercoledì 22 ottobre 2008

Aprite la porta s'il vous plait


Di solito il problema è cominciare. e di solito un buon modo per farlo è quello di partire dall'inizio, anche se, come insegna Tarantino, spesso la maniera per rendere interessante una storia è proprio quello di capovolgerla. Ma, non essendo un maestro della cinematografia, sarebbe difficile cominciare dal racconto di come oggi mi sia ritrovato a ballare il liscio con una jeep in mezzo ad un torrente che fino a qualche minuto prima era una meravigliosa strada di terra rossa che tagliava quasi verticalmente il verde incessante delle colline rwandesi, e che, dopo essersi trasformata nel primo percorso del campionato di rafting con jeep dell'africa centro-orientale, ha permesso a Stefano di classificarsi per le finali di ballo nella categoria "uomo-auto". A vederci scendere dev'essere stato un po' come vedere gli ippopotami rosa di fantasia, solo con gli adesivi della cooperazione italiana sulle portiere al posto del tutù.
Comincerò invece col fatto che sono arrivato. Che anche se sulla mappa dell'Africa non si vede perchè affogato da giganti quali il Congo e la Tanzania, il Rwanda esiste. E' quel pallino che c'è tra Uganda e Burundi (che per la verità è un'altro pallino), dove il nome del paese è scritto sul territorio della Tanzania e poi indicato con una freccia. In realtà questo posto non esiste e non è mai esistito, salvo per qualche mese a partire dall'aprile del 94 quando dei ragazzacci scalmanati si sono arrabbiati tra loro e ne hanno tirato fuori una guerra. Ora invece ho scoperto, con mia grande sorpresa che quel paese esiste ancora, che effettivamente non è tanto grande, che i ragazzacci sembrano aver messo la testa a posto, e che ha un carattere, una dignità e una bellezza subito evidenti anche a chi, come me, lo ha visto per cinque giorni e sempre da un finestrino di una macchina.
vale la pena di scendere...

5 commenti:

scarachiara ha detto...

buon viaggio Marco..mi emoziona sapere che hai già il culo su una jeep che è già lì a slittare o danzare come immagini tu sulla terra rossa.
su e giù per le mille colline..buon lavoro!
io mi immagino in sentieri di polvere verso l'oceano indiano mozambicano,ma è presto ancora.per problemi di visto,se tutto va bene,partiamo il 10 nov!ti aspettiamo al mare!
chiara

Anonimo ha detto...

Tu racconta, così qua possiamo almeno continuare a guardare dal finestrino del piccì.

Volevasi ringraziare per il regalo di Arrivederci.
O quantomeno farti sapere che se avevi speranza di trovare qualcosa al tuo ritorno ti sbagliavi di grosso.

- Abruzzi58 -

scarachiara ha detto...

ciao Marco!
come stai?
che aria tira??
http://www.mg.co.za/article/2008-10-29-fresh-fighting-erupts-in-eastern-drc

sono un pò preoccupata per Marta..ho letto che un convoglio per rimpatriare operatori internazionali è partito da Goma..lei è lì o a Bukavu?
e in rwanda che eco sta avendo questa brutta storia?
un abbraccio...bon courage,
Chiara

Unknown ha detto...

spero che scenderai al più presto dalla jeep per esplorare il resto e raccontarcelo!
è un piacere leggerti ( forse di più dei racconti -infiniti - a voce!!) non sei per nulla irrispettoso, anzi penso che passi con leggerezza il fatto che il mondo che ti circonda ora è diverso e affascinante.
erica

Giorgio ha detto...

Ciao nipote,
ho avuto solo ora l'indirizzo del tuo blog di cui non ero a conoscenza. Me lo leggerò con calma e non esiterò ad intervenire... a modo mio. Nel frattempo ti faccio sapere che tua madre mi hanno girato uno dei tuoi messaggi relativi alla "benzina-gasolio".
Un abbraccio dallo zio Giorgio.